Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, in collaborazione con la Fondazione Nazionale Commercialisti, ha pubblicato in data 6 giugno 2024 un documento di ricerca dal titolo “I trust istituiti prima della circolare n. 34/E del 2022 tra tassazione “in entrata”, tassazione “in uscita” e tutela dell’affidamento del contribuente”, che esamina le implicazioni fiscali dei trust istituiti prima della pubblicazione della circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 34/E del 2022 e propone soluzioni interpretative per garantire la tutela dell’affidamento del contribuente e una corretta applicazione delle imposte. I suddetti organi hanno esaminato, con un taglio prettamente operativo, le principali tematiche inerenti ai trust le cui segregazioni patrimoniali si sono perfezionate anteriormente all’emanazione della circolare, soprattutto alla luce della nuova regola della “tassazione in uscita”.
Come ormai noto, il citato documento di prassi, aderendo al consolidato orientamento giurisprudenziale secondo il quale è rilevante, ai fini dell’applicazione delle imposte sulle successioni e donazioni, il solo trasferimento definitivo a favore dei beneficiari dei beni in trust, ha modificato la precedente interpretazione dell’Agenzia delle Entrate che prevedeva l’applicazione di tali imposte all’atto di conferimento dei beni in trust.
Secondo il CNDCEC la modifica del momento impositivo pone la necessità di risolvere una serie di problemi con riferimento ai trust le cui dotazioni patrimoniali si sono (almeno in parte) perfezionate in costanza del precedente orientamento. Ciò in quanto le vicende che riguardano i trust si sviluppano nel corso del tempo e non esauriscono i loro effetti istantaneamente.
Il documento prende in considerazione le fattispecie pratiche che potrebbero presentarsi con maggiore frequenza e propone delle linee interpretative da impiegare per altre casistiche che potrebbero eventualmente sorgere.
Il documento dapprima analizza l’evoluzione della giurisprudenza e della prassi riguardanti l’istituto del trust, con particolare riferimento al cambiamento introdotto con la citata circolare. Nello specifico, il documento analizza le sentenze della Suprema Corte che hanno influenzato l’approccio fiscale ai trust. Viene poi affrontata la tematica relativa alla tassazione dell’atto istitutivo di trust, incentrando la discussione sulla rilevanza fiscale di tale atto e sull’applicazione delle imposte indirette a tali istituti costituiti prima della circolare. Il CNDCEC e la FNC ritengono infatti non appaganti le soluzioni proposte dal documento di prassi per arginare il rischio della doppia imposizione, e propongono alcune soluzioni alternative. Secondo l’Amministrazione finanziaria è esclusa la tassazione “in uscita” sui trasferimenti in trust già assoggettati a tassazione “in entrata”, per esaurimento del rapporto tributario, solo se tali attribuzioni sono dirette ai medesimi beneficiari ed hanno ad oggetto gli stessi beni e diritti sui quali è già stata effettuata la liquidazione e il versamento dell’imposta. Al contribuente spetterebbe comunque la possibilità di scomputare le imposte già assolte alla dotazione da quelle eventualmente dovute in sede di attribuzione finale. Tuttavia, le condizioni richieste per sottrarre il trasferimento finale dei beni in trust alla tassazione in uscita, oltre a essere di difficile verificazione, non corrispondono alle prescrizioni di legge e alle indicazioni fornite dalla giurisprudenza. Tale questione dovrebbe dunque essere risolta sulla base del principio comunitario del legittimo affidamento del contribuente.
Da ultimo vengono infine esaminate alcune esenzioni e agevolazioni applicabili come l’agevolazione “prima casa” e il trasferimento di partecipazioni non soggetto a imposta di successione e donazione.